Entro la fine del 2020 più del 50% delle ricerche effettuate sul web verranno condotte usando la voce. Le ultime ricerche condotte sull’utilizzo di Internet parlano chiaro: il modo di interagire con la rete si sta rapidamente trasformando e, con il miglioramento delle tecnologie di riconoscimento vocale, la Vocal Search sta rivoluzionando il mondo della SEO.
A gennaio 2018, c’erano in media un miliardo di ricerche vocali ogni mese, a dimostrazione che la ricerca vocale è in aumento. Proprio alla luce di questo trend i motori di ricerca come Google stanno ponendo una maggiore enfasi sull’ottimizzazione della ricerca vocale.
Funzionalità di interazione vocale sono ormai diventati uno standard nei nostri smartphone e vengono utilizzate sempre più spesso per le attività di tutti i giorni, come inviare un messaggio, cercare un percorso, creare un promemoria, etc.
Dispositivi quali Siri, Google Home ad Alexa, stanno prepotentemente prendendo possesso delle nostre case, insinuandosi nei televisori, nelle lampade, nei sistemi di antifurto, nelle automobili, e così via. Presto tutti i principali sistemi operativi di domotica saranno dotati di interfacce di riconoscimento vocale e potranno essere controllati con la voce.
Voice e Vocal Search, quali sono i trend
Ovviamente, mano mano che l’interfaccia con la macchina si sposta verso la voce, cambiano anche i comportamenti e l’utilizzo dell’informazione. Non solo come vengono controllati i dispositivi e fruiti i contenuti, ma soprattutto l’organizzazione e l’accesso ai contenuti stessi in funzione del nuovo trend in ascesa, la ricerca vocale.
Il trend viene confermato da molte ricerche:
- eMarketer prevede che oltre un terzo della popolazione degli Stati Uniti (111,8 milioni di persone) utilizzerà un assistente vocale nel 2019, con un aumento del 9,5% rispetto al 2018.
- ComScore prevede che entro il 2020, il 50% di tutte le ricerche online verrà eseguito con la ricerca vocale
- Gartner prevede che il 30% di tutte le sessioni di navigazione includerà la ricerca vocale entro il 2020.
- NRP ed Edison Research hanno scoperto che 1 americano su 6 possiede uno speaker intelligente in casa
- Per Nielsen lo stesso rapporto sale addirittura ad 1 su 4
- Secondo Google, il 52% dei possessori li tiene in una sala comune come un soggiorno. Il 25% li tiene in camera da letto, mentre il 22% tiene un assistente personale intelligente in cucina
- BrightLocal ha scoperto che il 58% dei consumatori ha utilizzato la ricerca vocale per trovare un’attività locale nel 2017
- Secondo un sondaggio di Adobe Analytics, le ricerche vocali più comuni sono incentrate su musica (70%) e previsioni del tempo (64%), seguite da domande divertenti (53%), ricerche online (47%), notizie ( 46%) e indicazioni (34%).
Da questi studi si può facilmente immaginare che la vocal search cambierà in modo sostanziale il modo di interagire con la rete e con i Brand.
In questo contesto appare interessante cercare di capire come si trasformerà la SEO ed il web marketing nei prossimi anni, non a caso in molti già parlano di Vocal SEO.
Che cos’è la Vocal Search?
La ricerca vocale (Vocal Search) è l’interazione con dispositivi di riconoscimento vocale collegati alla rete mirata a recuperare informazioni attraverso input vocali. In sostanza consente agli utenti di parlare in un dispositivo invece di digitare parole chiave in una query di ricerca per generare risultati ed interagire con i risultati forniti.
La tecnologia audio utilizza il riconoscimento vocale per comprendere ciò che gli utenti dicono e ricercano. Una volta interpretata la richiesta vocale, ed effettuata la ricerca, il dispositivo fornisce quindi risultati per via orale all’utente.
Anche se sembra un concetto nuovo di zecca, la tecnologia di ricerca vocale è in circolazione da un po’ di tempo. Programmi come la sintesi vocale e la composizione vocale sono ottimi esempi di ricerca vocale.
Sebbene dispositivi specifici possano essere ottimizzati per la ricerca vocale, anche marchi, piattaforme e siti Web possono essere ottimizzati per questo.
La Voice Search: ecco alcuni esempi
Facciamo qualche esempio di utilizzo della ricerca vocale, ossia della vocal search, nella vita quotidiana.
Basta chiedere ad Alexa di suonare l’ultimo successo del tuo artista preferito, per avere immediata risposta e la riproduzione del brano. Una interazione di questo tipo richiede un gran lavoro dietro le quinte: il processo ha richiesto interpretazione del comando, ricerca del brano che ha il miglior match con la query dell’utente, attivazione del collegamento Spotify, invio del comando alla piattaforma e routing del risultato attraverso il dispositivo Alexa.
Ecco una nota pubblicità di Google del 2018 per promuovere la ricerca vocale. Gennaro Gattuso chiamato in causa come testimonial.
Ma cosa accade se facciamo una ricerca vocale per un prodotto o per un servizio? Ad esempio: Alexa, quale ristorante mi consigli qui vicino?
La ricerca crea in pratica una lista di risultati ed il dispositivo inizia a leggerli. Se abbiamo pazienza possiamo ascoltare tutta la pappardella, ma è facile immaginare che dopo i primi 2 o 3 la mia ricerca possa essere considerata conclusa.
Possiamo provare a ripetere la stessa ricerca utilizzando Google Home e confrontare i risultati ottenuti.
Le caratteristiche della ricerca vocale
Ci sono alcune caratteristiche che risultano evidenti esaminando l’interazione vocale con una ricerca. Gli aspetti salienti sono sostanzialmente tre:
- come viene effettuata la ricerca (caratteristica delle query)
- come viene presentato il risultato
- l’interazione con il dispositivo (quale, come, dove)
Quindi per cercare di capire come si evolverà l’interazione con la ricerca attraverso il vocale cerchiamo di entrare un po’ più in dettaglio con questi aspetti.
Le query vocali nella Voice Search
Per prima cosa analizziamo le ricerche vocali per capire come le persone stanno usando la ricerca vocale in questo momento.
Quando immettiamo dati in una tastiera attraverso uno smartphone o un computer, la tendenza è quella di essere brevi ed analitici. La nostra testa cerca di evidenziare le caratteristiche della ricerca, con pattern del tipo:
cosa + come + dove + quando
Più la query è complessa più si dice una query a coda lunga. In generale la tendenza è evitare stopwords, ossia articoli, congiunzioni, etc. Le query digitate tendono ad essere sintetiche ed asciutte.
Al contrario, quando effettuiamo una ricerca vocale, la tendenza è di usare query di tipo conversazionale. Di uguale tipologia, è la stessa interazione con dispositivi ed assistenti virtuali: Ciao, come posso aiutarti?
Ricapitolando, se cerchi un ristorante tramite tastiera cercheresti in genere qualcosa del tipo “Pizzeria a Bologna”. Se invece usi Siri, la query potrebbe essere del tipo: “Siri, puoi/sai indicarmi una pizzeria aperta qui vicino?”
Da una analisi di MOZ, Purna Virji, ha evidenziato che le ricerche vocali tendono ad essere più lunghe ed articolate.
Inoltre le query di ricerca vocale sono più lunghe delle loro controparti testuali: tendono ad essere lunghe da tre a cinque parole e a porre esplicitamente una domanda, caratterizzata dall’uso di pronomi ed avverbi del tipo chi, come, cosa, dove, perché.
Un’altra considerazione interessante è il posizionamento nel funnel di conversione a secondo della formulazione della domanda. Possiamo infatti intuire che le domande “Cosa” e “Chi” indicano che un utente è in fase di ricerca. Se stanno ponendo domande “Dove“, sono invece più vicini all’acquisto.
Query Local nella Voice Search
L’Internet Trends Report 2016 ha rilevato che il 22% delle persone utilizza la ricerca vocale per trovare informazioni locali. Ha senso perché le persone usano i telefoni cellulari in movimento.
Google ha rivelato che le ricerche “vicino a me” sono cresciute di oltre il 130% su base annua. Le persone usano ampiamente la query di ricerca per trovare un certo “qualcosa da fare” nelle immediate vicinanze. Inutile dire che si tratta di un fenomeno legato all’utilizzo di dispositivi mobile. La ricerca vocale rende queste ricerche “vicine a me” più veloci e più facili per l’utente.
In generale, chi effettua una ricerca local di questo tipo è motivato all’acquisto: i dati mostrano che il 50% delle ricerche mobili locali si conclude con una visita nel negozio.
Dato che gli utenti che usano query di tipo local hanno una fortissima predisposizione all’acquisto / conversione appare sempre più strategico capire come il processo di ottimizzazione di un asset digitale possa integrarsi in questo processo di ottimizzazione per fornire all’utente il nostro risultato per primo.
Appare quindi chiaro che i business di tipo local (servizi, ristoranti, negozi, etc.) hanno molto da guadagnare se prestano attenzione verso all’ottimizzazione vocal di un sito web.
L’evoluzione, dalle SERP alle VERSO
In ambito Vocal Search, parlare di SERP è roba da preistoria! C’è già chi parla di VERSO un acronimo che sta per Vocal Engine Result Search Output.
Quando esaminiamo la SERP di una ricerca effettuata da computer o dispositivi mobile, ci troviamo una lista di risultati molto lunga. Anche se le ricerche dimostrano che i primi 3 risultati ricevono circa il 50/55 % del traffico organico (CTR cumulato nelle prime posizioni), nella ricerca vocale la finestra si stringe ancora di più. Di solito i dispositivi vocali tendono a riportare i primi risultati e spesso l’utente non è disposto ad ascoltare più di 3 risultati.
Appare chiaro che quindi essere in cima a questa classifica estremamente ridotta può essere decisamente importante.
L’uso principale delle query vocali rimane radicato nell’assistenza personale. Sia gli adolescenti che gli adulti utilizzano principalmente la ricerca vocale per effettuare chiamate e chiedere indicazioni.
Supponiamo che un utente voglia un taglio di capelli. Esegue una ricerca vocale di saloni. In questo caso Google restituisce i saloni più vicini con i loro indirizzi, la distanza dalla posizione dell’utente, i tempi e le recensioni.
Pertanto la ricerca ha prodotto per noi il risultato sperato (ottenere un cliente) ma non ha coinvolto il nostro sito web. L’utente ci ha trovato senza passare dal sito web.
…e da SEO a VEO: la Vocal Engine Optimization
L’ottimizzazione del motore vocale (VEO) è una parola coniata da Chatmeter per definire questa nuova attività.
VEO implica, analogamente a quanto avviene per la SEO, l’ottimizzazione degli asset digitali (siti web, applicazioni, etc.) per aumentare la probabilità di ottenere traffico dai risultati della ricerca vocale.
La VEO inoltre, come abbiamo visto prima, ha delle caratteristiche:
- si rivolge prevalentemente a ricerche local
- vuole risposte rapide
- ha un rapido ritorno in termini di conversioni
- si colloca prevalentemente nel BOFU (bottom-of-funnel)
Se guardiamo l’intento delle ricerche vocali nei diversi segmenti verticali, è facile inturire come la ricerca vocale sia utilizzata per trovare risposte immediate in movimento.
Conclusioni
Come avete letto sopra, il trend SEO per i prossimi anni evidenza l’importanza dell’uso della voce per le attività di ricerca e accesso alle informazioni.
Aspetti di ottimizzazione in ottica vocal VEO, sono da ricercare in tecniche diverse sia on-site (velocità, contenuti, dati strutturati, etc.) che off-site (Google my Business, Skills ed applicazioni mobile voice-oriented, etc).
Mentre le best-pratices di tipo SEO sono ormai note e fanno parte ormai del corredo di molte seo agency, una strategia vocal mirata a sfruttare al meglio le potenzialità di interazione con il tuo pubblico attraverso la voce richiede invece maggiori investimenti in termini di professionalità, esperienza e capacità di sviluppo su tecnologie diverse.
Per alcuni nostri Clienti abbiamo iniziato ad esempio a sviluppare integrazioni dei dati aziendali e business con Alexa Skills e Google Home. Per altri progetti ci stiamo invece concentrando sull’ottimizzazione onsite con la generazione di dati strutturati evoluti. Per altri clienti stiamo invece lavorando sui contenuti, per migliorare questi e renderli più conversazionali.
Se sei curioso di saperne di più? Contattaci per approfondire questi argomenti con un consulente di Neting