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Google Page Experience Update: scopri se il tuo sito è pronto

Luca Mainieri | | Tempo di lettura: 8 minuti
Immagine di copertina articolo Page Experience

A partire da metà Giugno 2021 verrà rilasciato un aggiornamento algoritmico chiamato Google Page Experience che inserisce ufficialmente l’usabilità del sito web come fattore di ranking. Eravamo abituati a valutare questo aspetto di vitale importanza secondo criteri soggettivi, legati alla propria esperienza e sensibilità, ma adesso sono cambiate le carte in tavola grazie all’introduzione di Page Experience.
Dalle opinioni passiamo ai fatti, il prossimo update ci costringerà a cambiare il nostro approccio che sarà sempre più analitico grazie all’introduzione delle metriche dei Core Web Vitals. No, non ci sono più scuse che tengano, è arrivata l’ora di ottimizzare sul serio la User Experience! Ecco, in questo articolo vedremo tutte le principali novità in arrivo ma anche spunti pratici e strumenti che possono contribuire alla causa e che ti serviranno a capire se il tuo sito è pronto.

Quali sono i segnali della pagina che incidono sull’esperienza

Traducendo le parole usate dallo stesso Google, consideriamo l’esperienza sulla pagina come quell’insieme di segnali che misurano come gli utenti percepiscono la loro interazione con il sito web, al di là delle informazioni contenute. In pratica, questi segnali includono i Core Web Vitals, l’ usabilità da mobile, la navigazione sicura, il protocollo HTTPS e i banner intrusivi.

Entriamo nel vivo analizzandoli uno per uno, partendo dal cuore dell’aggiornamento.

Core Web Vitals

Abbiamo già trattato in profondità l’argomento dei Core Web Vitals per cui ci limiteremo ad un rapido ripasso. In riferimento ad una certa pagina web, queste metriche rispondono a tre domande precise:

  1. Sta caricando? Il Largest Contentful Paint misura il tempo impiegato dalla pagina per caricare il contenuto più grande (immagine o testo) sullo schermo del dispositivo; Google indica di mantenerlo al di sotto dei 2,5 secondi
  2. Posso interagire? Il First Input Delay misura il tempo che intercorre tra la prima interazione dell’utente (es clic su un link) e la relativa risposta del browser; le linee guida dichiarano di mantenerlo inferiore a 100 millisecondi.
  3. É stabile a livello visivo? Il Cumulative Layout Shift misura gli spostamenti della pagina dopo aver cliccato, un calcolo basato fra il numero di frame che si muovono visivamente e la loro distanza percorsa in pixel; in questo caso il valore soglia è 0,1.  

Per ogni metrica abbiamo un risultato nonché una valutazione (buono, scadente, da migliorare). Velocità a parte, quello che prima eravamo abituati a scoprire “ad occhio” adesso ha una propria precisa dimensione numerica. 

Mobile friendly

Niente di nuovo. Sentiamo parlare di Mobile Friendly ormai dal lontano Febbraio 2015 quando Google, spinto dalla crescita forsennata dalle ricerche da dispositivi mobili, lo dichiara ufficialmente fra i fattori di ranking. Ricordiamo che per controllare questo aspetto si può ricorrere al test di ottimizzazione mobile di Google.

 

Prova a scegliere un campione di pagine rappresentative e a passarle all’interno del tool. Ecco il responso dello strumento quando si testano pagine non ottimizzate, come puoi vedere Google scende nel dettaglio restituendoci precise aree di intervento. Se anche tu ti trovi nella stessa situazione dello screenshot sottostante, forse è meglio pensare ad un restyling del sito web.

Navigazione Sicura

Questo aspetto indaga sulla presenza di elementi nocivi (es. malware e phishing) in grado di compromettere la sicurezza dell’intero sito web. Google ha ribadito la propria volontà di costruire un web più sicuro, mettendo anche a disposizione un tool proprietario per verificare se un sito rispetta i canoni della Navigazione Sicura

Qui sotto invece mostriamo i dati ufficiali di Google sul numero di avvisi sulla sicurezza inviati ai webmaster di tutto il mondo. Dove si ricevono gli avvisi? Gli utenti all’interno del browser, i proprietari dei siti invece all’interno di Search Console sotto la sezione Sicurezza e Azioni Manuali.

Protocollo Https

Dal 2016 Google ha richiamato l’attenzione sull’adozione del protocollo HTTPS basato sull’adozione di una tecnologia di crittografia (SSL o TLS) per mettere al sicuro le connessioni. Nonostante sia stato dichiarato un fattore di ranking ufficiale, capita spesso di trovare siti posizionati sprovvisti del suddetto certificato, soprattutto per le ricerche di tipo informativo. 

In questo grafico di Google vediamo l’evoluzione del traffico criptato nel corso del tempo.

Intrusive interstitials

Con questo termine ci riferiamo a tutti quegli elementi di disturbo, come pop-up e banner pubblicitari, in grado di danneggiare l’esperienza di navigazione sul sito ostacolando la fruizione del contenuto soprattutto da mobile. A partire dal 2017 Google ha iniziato a penalizzare i siti che ne fanno un abuso sistematico.

Search Console: arriva il rapporto esperienza con le pagine 

Il Google Page Experience Update, come abbiamo visto insieme, ha portato un vento di novità tra queste abbiamo anche l’introduzione di un nuovo report consultabile all’interno di Search Console. Vediamo subito come funziona e cosa contiene.

Il primo dato mostrato è la % di URL buoni sul sito, il che rappresenta una vera e propria cartina al tornasole per l’esperienza utente complessiva offerta dal nostro sito web. Di fianco troviamo le impressioni totali generate dagli URL validi.

Subito dopo entriamo nel dettaglio, verificando i controlli sui 5 segnali di pagina di cui abbiamo parlato in precedenza. Va da sé, l’esperienza con gli annunci viene verificata solo per i siti che li utilizzano.

L’impatto del nuovo update sul ranking: forma vs contenuto

Sapevi che Aristotele è stato il primo filosofo ad interrogarsi sulla dicotomia tra forma e contenuto? Bene, dopo aver scomodato un pezzo da novanta, proviamo ad analizzare la questione dal punto di vista Web. Nonostante questo aggiornamento a dir poco utente-centrico, i contenuti continueranno ad avere la loro predominanza sul resto dei fattori

Puoi offrire la migliore user experience di questo mondo ma se gli articoli del tuo blog aziendale oppure i prodotti del tuo catalogo non sono all’altezza delle aspettative dei tuoi visitatori, beh, non riusciranno mai a scalare le vette delle SERP. D’altro canto, se i contenuti del tuo sito vengono percepiti come molto simili a quelli del tuo competitor puntare sul potenziamento dell’usabilità può fare la differenza, davvero.

Come (non) prepararsi a Google Page Experience

Ora che sai che cos’è il Google Page Experience, ti starai chiedendo cosa puoi fare per non farti cogliere impreparato al prossimo update? Niente! O meglio, niente di nuovo rispetto a come siamo abituati a concepire la SEO. Continuiamo a lavorare sui contenuti, link e usabilità come abbiamo sempre fatto.

Ribadiamo, ciò che cambia è la nuova dimensione analitica che ha assunto la UX, fenomeno che ha aumentato in modo esponenziale le potenzialità dei tool che usavamo e portando alla luce anche dei nuovi. Vediamo quelli che, secondo la nostra esperienza, sono imprescindibili per affinare la propria strategia SEO.

Tool Page Experience: Debuggare i Core Web Vitals

Il punto di partenza come abbiamo visto è la Google Search Console dove vengono raccolti e interpretati i segnali delle pagine. Per un’ottimizzazione completa e avere migliori spunti operativi dobbiamo per forza integrare strumenti per la UX terzi. Diamo per scontato che avete già letto il nostro approfondimento sui Core Web Vitals. Qui facciamo giusto un passo avanti.

Il primo tool da prendere in considerazione è Lighthouse, che si avvale di dati di laboratorio, a differenza di Pagespeed, che utilizza anche dati empirici. Se devi fare un audit delle prestazioni e confrontarle nel tempo è cosa buona e giusta affidarsi a Lighthouse. Entrambi gli strumenti si concentrano comunque sulle stesse metriche.

Da qualche giorno Lighthouse ha integrato una nuova funzionalità a dir poco dirompente, un vero e proprio game changer per dirla all’americana. Lo strumento adesso permette di individuare con precisione gli elementi della pagina che creano delle criticità a livello di CWB

Ad esempio vuoi scoprire qual è il LCP di una pagina web? E l’elemento che genera il FID? Cosa causa un valore elevato di CLS? Chiedi a Lighthouse e ti sarà dato. Oltre a fornire il valore numerico, possiamo visualizzare in un attimo la porzione di codice interessata dalla criticità, favorendo la creazione di sinergie fra SEO e il reparto sviluppo web

Mostriamo un esempio prendendo un marchio amato dai consumatori per i suoi prodotti, un po’ meno dai web designer per il suo spirito anarchico in termini di performance. Entriamo nella home-page, tasto destro e lanciamo il report.

Scorrendo sotto le voci della diagnostica troviamo, ad esempio, il Largest Contentful Paint e addirittura i singoli elementi che concorrono alla creazione del fastidioso Cumulative Layout Shift nonché il loro peso specifico. Che ne dici? Adesso è molto più semplice capire quali sono gli interventi tecnici in grado di apportare il maggior valore in termini di ottimizzazione.

Tool Page Experience: gli altri segnali

L’aspetto dei CWB è senza dubbio quello prominente e disruptivo, ok ma gli altri segnali? A dire il vero non c’è troppo da aggiungere a livello teorico e tecnico, vediamo di passare alla pratica chiamando in causa alcuni strumenti gratuiti che abbiamo avuto modo di testare di recente. Prova ad utilizzarli sul tuo sito per capire se il tuo sito è a prova di Page Experience.

Rispetto al mobile-friendly, segnaliamo questo utilissimo strumento che permette di testare gli url in blocco, restituendo anche le principali criticità che ostacolano l’esperienza utente da mobile. Il tool si chiama Mobile-Friendly Test (Bulk Testing Tool) e permette di testare ben 50 URL per volta.

Per la navigazione sicura abbiamo già citato il tool proprietario di Google, però fare un controllo in più di certo non guasta. Consigliamo SSL Trust perché lavora su due fronti:

  1. verifica la presenza di malware e spam,
  2. controlla validità ed efficacia del certificato SSL.

Abbiamo fatto una prova dando in pasto un sito bucato e, come puoi vedere, lo strumento gratuito segnala la presenza di criticità a livello di certificato. 

Nuovo Update? Chi ben comincia è già a metà dell’opera

Abbiamo visto cosa ci aspetta e come preparare il nostro sito al prossimo aggiornamento. E’ bene ribadirlo ancora una volta, le “regole” auree della SEO rimangono sempre le stesse, quello che veramente cambia è la dimensione analitica che ha assunto adesso l’usabilità

Grazie all’introduzione dei Core Web Vitals informazioni e opportunità si moltiplicano, adesso criticità e colli di bottiglia diventano accessibili anche agli occhi meno tecnici. La differenza come al solito la fa il lavoro di squadra, è questo il momento giusto per creare (o migliorare a seconda dei casi) sinergie fra il reparto SEO e quello sviluppo. Chi non rispetta i fondamentali della UX è destinato ad essere, prima o poi, tagliato fuori dai giochi. Se il tuo sito web non è a livello di quello dei tuoi competitor in termini di usabilità e performance allora forse è il caso di contattarci. Prima possibile!

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