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Link Tracking Protection di iOS 17: ecco come cambia il tracciamento nel digital marketing

Luca Mainieri | | Tempo di lettura: 4 minuti
Link Tracking Protection di iOS 17: ecco come cambia il tracciamento nel digital marketing

A giugno del 2023, Apple nel corso della Worldwide Developers Conference ha presentato l’ultima versione del suo sistema operativo mobile: iOS 17. Si tratta di un major update che ha introdotto diverse feature, soprattutto in termini di sicurezza e password, la cui diffusione è iniziata a settembre su tutti i device mobili di Apple da iPhone 11 in poi.

Tra le novità riguardanti la privacy, una tra tutte ha suscitato particolare interesse (e notevoli preoccupazioni) nel mondo del digital marketing: la Link Tracking Protection, o LTP. Questa nuova funzione è attiva di default su Safari in navigazione privata, ed è un’opzione attivabile anche nella navigazione regolare. È inoltre attiva su iMessage e nel client Apple Mail. In questo articolo esploriamo la LTP per capire di cosa si tratta, come funziona, in che contesto si inserisce e come si può ovviare ai nuovi limiti che definisce.

Il tracciamento dei link: cos’è e come funziona

Il tracciamento dei link, utilizzato principalmente dai professionisti del marketing e dagli inserzionisti digitali, è un processo che consiste nell’inserire identificatori unici negli URL. Questi identificatori, detti parametri (come ad esempio gclid e fbclid), aiutano gli inserzionisti a monitorare le interazioni dei clienti e a raccogliere informazioni sul loro comportamento.

Il tracciamento dei link consente di misurare l’efficacia delle campagne, comprendere il coinvolgimento dei clienti e ottimizzare le strategie.

Tuttavia, questo solleva naturalmente preoccupazioni in materia di privacy perché questo livello di tracciamento consente alle piattaforme di terze parti di raccogliere informazioni personali sui consumatori.

La Link Tracking Protection di Apple mira ad affrontare questo problema, offrendo agli utenti di iOS 17 un maggiore controllo sui propri dati.

Link Tracking Protection su iOS 17: perché è importante nel digital marketing

La Link Tracking Protection desta preoccupazione tra gli specialisti dell’advertising perché, di fatto, “spoglia” gli URL aperti all’interno delle app di cui sopra dei parametri di tracciamento, ostacolando il monitoraggio dei percorsi di navigazione e delle conversioni degli utenti. 

Così facendo, diventerà difficile ad esempio attribuire le conversioni a campagne specifiche, indirizzare contenuti personalizzati a target definiti, e organizzare e ottimizzare le strategie di marketing.

Non bisogna trascurare infatti l’importanza del bacino di utenza interessato. Safari è infatti ad oggi il secondo browser più diffuso nelle rilevazioni di StatCounter, con quasi il 20% di utenti globali; Apple detiene il primato assoluto di diffusione del suo client di mail, con una quota che  nei dati raccolti da Statista supera abbondantemente la metà del mercato; infine iMessage conta oltre 1.4 miliardi di utenti globali attivi secondo Apple.

Questo provvedimento si inserisce nel contesto più ampio del cosiddetto Cookiegeddon, che negli ultimi anni da una parte sta spingendo l’industria Big Tech a orientarsi su strade sempre più sicure per la privacy e la protezione dei dati degli utenti, dall’altra costringe il mondo della comunicazione e del marketing digitale a un profondo ripensamento in ottica data-driven. 

Già nel 2020 Apple aveva preso una svolta decisa in questo senso, introducendo l’obbligo di consenso della raccolta dati su iOS 14. La LTP di iOS 17 prosegue questo percorso, in maniera ancora più netta.

Come funziona la Link Tracking Protection di iOS 17

La Link Tracking Protection di Apple funziona tramite un processo di anonimizzazione dei link condivisi nelle app native iOS, come Apple Mail, iMessage e la modalità di navigazione privata di Safari.

Quando il destinatario riceve una mail o un messaggio contenente un URL, iOS 17 maschera l’URL originale sostituendolo con un link che preservi la privacy dell’utente, andando a rimuovere eventuali parametri di tracciamento.

Dopo che il destinatario ha fatto clic sull’URL, i server di Apple verificano immediatamente se il link porta a contenuti dannosi e reindirizzano l’utente alla destinazione effettiva solo se è sicura.

Questo processo impedisce l’accesso diretto all’indirizzo IP dell’utente e ad altre informazioni identificative sensibili.

Quali parametri sono bloccati dalla Link Tracking Protection di iOS 17

Come anticipato, gran parte dei parametri proposti attualmente sul mercato sono interessati da questo blocco. Il blog Development & Analytics di Cory Underwood ha stimato questa lista di parametri coinvolti durante la beta di iOS 17.

Nota: è possibile che nelle release successive di iOS 17 alcuni di questi parametri siano stati sbloccati, o che i loro proprietari li abbiano adattati alle nuove esigenze e resi nuovamente compatibili. 

ParametroFornitore
__hsscHubSpot
_hsencHubSpot
__hstcHubSpot
__sDrip
_openstatOpenStat
dclidGoogle Display & Video 360 (DoubleClick Click Identifier)
fbclidFacebook Click Id
gclidGoogle Search Ads 360 (Google Click Identifier)
hsCtaTrackingHubSpot
igshidInstagram
mc_eidMailChimp
mkt_tokMarketo (Adobe)
ml_subscriberMailerLite
ml_subscriber_hashMailerLite
msclkidMicrosoft Ads Click Id
oly_anon_idOmeda Olytics
oly_enc_idOmeda Olytics
s_cidAdobe Site Catalyst Campaign Tracking
twclidTwitter Click Id
vero_convVero Campaign Tracking
vero_idVero Campaign Tracking
wickedidWicked Reports
cycledUnsure

Alcuni parametri, come gli UTM di Google, non sono interessati dal blocco perché non contengono identificativi del singolo utente. Anche eventuali parametri custom non sono colpiti da questo blocco.

Come aggirare il blocco dei parametri della Link Tracking Protection di iOS 17

Non esistono vere e proprie soluzioni per questa nuova normativa, ma ci sono dei metodi per aggirarla.

Il più consigliabile è ricorrere a parametri di tracciamento compatibili, che non raccolgano identificativi degli utenti. Se utilizzate Google Analytics 4 (GA4), ad esempio, potete ricorrere a dei parametri di tracciamento UTM.

È possibile, inoltre, utilizzare dei parametri custom e convertirli in UTM con Google Tag Manager.

Un ulteriore metodo per aggirare questo limite è giocare con la struttura degli URL. È possibile infatti utilizzare servizi di abbreviazione dei link, come Bit.ly o Adf.ly, in quanto le app di iOS leggono il link come appare e non l’URL nascosto. Attenzione però: questo metodo è fortemente sconsigliato in caso di mail marketing, dove le best practices suggeriscono di utilizzare solo domini di proprietà per evitare che i link vengano interpretati come potenzialmente pericolosi e deviati nella spam.

Ultimo ma non ultimo, può essere utile riconsiderare le strategie dalla base, ricorrendo a dinamiche più orientate alla privacy degli utenti, come ad esempio il tracciamento server-side, che risolve il blocco legato ai client, le conversioni avanzate e la Consent Mode di Google.

Conclusioni

Questo provvedimento da parte di Apple dimostra per l’ennesima volta come la strada sia ormai tracciata, e come il mondo del marketing debba iniziare a ragionare nell’ottica di un futuro senza sistemi di tracciamento degli utenti. 

Le norme crescenti sulla privacy aprono le porte a nuovi scenari, nei quali la chiave per comunicare con successo saranno strategie costruite intorno alla fiducia del cliente nei confronti dell’azienda, e alla sua cessione volontaria di dati finalizzati alla costruzione di esperienze personalizzate.

In questo panorama, inoltre, sarà sempre più importante per le aziende avere piattaforme proprietarie, come siti e applicazioni, in modo da potere costruire un ecosistema digitale interno e ridurre le proprie dipendenze da servizi terzi che si dimostrano spesso imprevedibili.

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