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Performance Max vs. Demand Gen: Scopri le Campagne AI di Google Ads

Marco Zucca | | Tempo di lettura: 10 minuti
miglior campagna google ads

Nel contesto attuale del digital marketing, le aziende devono sfruttare ogni opportunità per massimizzare l’efficacia delle proprie campagne pubblicitarie. In questo panorama l’intelligenza artificiale offre soluzioni efficaci ed efficienti, analizzando grandi quantità di dati in tempo reale per ottimizzare il rendimento degli annunci, distribuendo il budget in modo intelligente e personalizzando i messaggi per ogni singolo utente.

Google ha introdotto due tipologie di campagne basate sull’AI: Google Performance Max e Demand Gen, due strumenti che offrono nuove modalità di gestione e ottimizzazione di campagne Google ads, rendendo più facile raggiungere il pubblico giusto e ottenere risultati concreti. 

In questo articolo, esploreremo le differenze tra queste due soluzioni pubblicitarie e ti aiuteremo a scegliere quella più adatta alle tue esigenze.

Quali tipi di campagna puoi creare con Google Ads?

L’implementazione dell’AI in Google Ads ha permesso agli inserzionisti di migliorare significativamente il ROI delle loro campagne. Con strumenti come Google Performance Max e Demand Gen, l’intelligenza artificiale ottimizza automaticamente gli annunci per adattarli al pubblico target, distribuendoli sui vari canali di Google in base alle metriche di performance. Questi algoritmi intelligenti ottimizzano continuamente i dati per garantire che ogni euro speso venga utilizzato nel modo più efficace possibile, aumentando conversioni e visibilità.

Oltre a quelle menzionate Google Ads offre una vasta gamma di campagne progettate per soddisfare diverse esigenze di marketing:

  • Campagne di Ricerca: annunci testuali che appaiono nei risultati di ricerca di Google;
  • Campagne Display: annunci visivi mostrati su siti partner e app;
  • Campagne Video: annunci promozionali su YouTube;
  • Campagne Shopping: pubblicità per e-commerce che mostrano i tuoi prodotti nei risultati di ricerca;
  • Campagne Performance Max e Demand Gen: campagne basate su AI, ottimizzate per raggiungere obiettivi specifici su più canali di Google.

Cosa sono le campagne Performance Max?

Le campagne Google Performance Max  sono una soluzione avanzata che sfrutta l’intelligenza artificiale in Google Ads per automatizzare la distribuzione degli annunci su più canali, tra cui la Ricerca, YouTube, Display, Gmail, Maps e Discover. Ma cosa fanno le campagne Performance Max esattamente? Queste campagne ottimizzano automaticamente le risorse creative e l’allocazione del budget per raggiungere gli obiettivi di conversione, come vendite o lead.

Grazie all’intelligenza artificiale, Google utilizza dati comportamentali e segnali di pubblico per massimizzare le performance, senza che l’inserzionista debba intervenire manualmente. Tuttavia, nonostante l’efficacia delle campagne Google Performance Max, ci sono sfide legate al controllo. 

Gli inserzionisti hanno meno visibilità sui posizionamenti specifici e sui canali che generano le migliori conversioni. Inoltre, il debug risulta complesso, poiché la combinazione automatica di titoli, descrizioni e immagini non permette di identificare con precisione le risorse creative più performanti.

Nonostante questi limiti, le Google Performance Max campaigns sono una potente opportunità per aumentare la copertura pubblicitaria, specialmente per chi desidera una gestione più automatizzata delle proprie campagne.

Caratteristiche principali delle campagne Performance Max

  1. Automatizzazione: le campagne Performance Max utilizzano l’intelligenza artificiale di Google per ottimizzare in modo automatico la tua campagna, scegliendo gli annunci migliori da mostrare al pubblico più rilevante, basandosi sui tuoi obiettivi (es. conversioni o vendite);
  2. Gestione Multi-canale: con una sola campagna, i tuoi annunci possono essere mostrati su diversi canali Google, aumentando la visibilità e la possibilità di raggiungere il tuo pubblico ovunque si trovI;
  3. Input Creativo: inserisci risorse creative come titoli, descrizioni, immagini, video e Google Ads li combina dinamicamente per creare gli annunci più performanti per ogni utente;
  4. Obiettivi di Conversione: imposta obiettivi specifici di conversione (es. vendite, lead generation), e Google ottimizzerà automaticamente l’allocazione del budget per massimizzare il risultato;
  5. Dati basati su intenti e segnali: Google utilizza dati comportamentali e demografici, come ricerche recenti e attività online, per identificare il pubblico più incline a convertirsi a cui inviare le comunicazioni.

Vantaggi delle campagne Performance Max

Ci sono tanti vantaggi nell’uso di campagne Performance max: 

  • Semplicità: invece di gestire campagne separate su diversi canali, Performance Max automatizza gran parte del processo;
  • Ottimizzazione automatica: Google sfrutta il machine learning per identificare e ottimizzare le migliori combinazioni di annunci, audience e canali;
  • Migliore copertura: i tuoi annunci possono apparire su molteplici canali Google senza dover gestire manualmente le impostazioni di targeting per ciascun canale.
Performance max vantaggi

Limitazioni delle campagne Performance Max

Ovviamente anche Performance Max ha delle limitazioni:

  • Minor controllo diretto: rispetto alle campagne tradizionali, hai meno controllo su dove vengono mostrati gli annunci e sulle combinazioni di risorse creative utilizzate;
  • Reportistica limitata: i dati delle campagne Performance Max sono più aggregati, e quindi potresti avere meno visibilità sulle performance specifiche per singolo canale o posizionamento.

Problemi di controllo e debug delle Campagne Performance Max

Le campagne Performance Max offrono molti vantaggi in termini di automazione e copertura, ma presentano anche alcune sfide di controllo e debug che gli inserzionisti devono considerare:

  1. Limitato controllo sui posizionamenti:

Non puoi scegliere manualmente su quali piattaforme e canali specifici (come YouTube o la Rete Display) verranno mostrati i tuoi annunci. Google decide automaticamente il mix migliore di canali, riducendo il controllo diretto sull’allocazione del budget.

  1. Poca trasparenza nelle performance:

Le campagne Performance Max aggregano i dati, rendendo difficile capire quali canali o segmenti di audience stanno effettivamente generando conversioni o migliorando le performance, non è possibile ottenere rapporti dettagliati per canale, posizionamento o segmento demografico.

  1. Debug difficile e ottimizzazione limitata:

La combinazione dinamica di risorse creative rende complicato individuare quali elementi degli annunci (titoli, descrizioni, immagini, video) sono responsabili delle migliori performance. Questo rende il processo di debugging più complesso rispetto alle campagne tradizionali, dove gli inserzionisti possono ottimizzare singoli annunci o creatività.

Poiché l’intelligenza artificiale prende molte decisioni autonomamente, intervenire manualmente o correggere potenziali errori di ottimizzazione può essere difficile.

  1. Controllo limitato sui segmenti di pubblico:

Anche se puoi fornire segnali di pubblico (es. dati comportamentali o liste di clienti), l’algoritmo di Google utilizza principalmente la sua intelligenza artificiale per determinare il targeting, limitando la capacità di mirare audience specifiche con precisione.

  1. Budget e risorse creative:

Non puoi assegnare budget specifici a canali singoli o fare esperimenti su risorse specifiche, devi fidarti dell’algoritmo per fare scelte ottimali.

In sintesi, le campagne Performance Max sono ideali per chi cerca una gestione più automatizzata e vuole massimizzare la copertura su tutti i canali Google con una singola campagna. Tuttavia, richiedono una certa fiducia nella capacità dell’algoritmo di Google di ottimizzare correttamente i risultati.

Cosa sono le campagne Demand Gen?

Le campagne Demand Gen, invece, sono progettate per creare domanda attorno ai prodotti o servizi. Si concentrano su piattaforme visive come YouTube, Discover e Gmail per raggiungere un nuovo pubblico e coinvolgerlo con contenuti altamente interattivi. A differenza di Performance Max, Demand Gen mira a costruire la brand awareness e a stimolare l’interesse iniziale, piuttosto che convertire immediatamente.

Campagne demand gen

Vantaggi delle campagne Demand Gen

Le campagne Google ads Demand Gen offrono diversi vantaggi:

  • Targeting visivo: sono ideali per contenuti video e immagini che attirano l’attenzione;
  • Coinvolgimento del pubblico: le campagne Demand Gen sono ottimali per campagne di branding e per coinvolgere utenti che non conoscono ancora il brand;
  • Brand awareness: hanno come obiettivo quello di costruire una relazione con il pubblico prima di puntare alla conversione.

Il concetto chiave delle campagne Demand Gen è che sono progettate per creare domanda e stimolare l’interesse, anche quando il pubblico non sta attivamente cercando il tuo prodotto o servizio.

Avete capito? Facciamo qualche esempio di confronto tra una campagne Search a domanda esplicita e una campagna Demand Gen.

Campagne Basate sulla Domanda Esplicita (Esempio di Ricerca)

Quando parliamo di campagne basate sulla domanda esplicita, come le campagne di Google Search, ci riferiamo a quelle in cui l’utente cerca attivamente una soluzione o un prodotto specifico. Esempio:

  • Scenario: un utente cerca su Google “migliori scarpe da running”;
  • Azioni: l’inserzionista, utilizzando una campagna di ricerca (Google Search), mostra il proprio annuncio di scarpe da running nelle prime posizioni dei risultati di ricerca;
  • Intento dell’utente: l’utente sta già dimostrando un’intenzione esplicita di trovare, confrontare e forse acquistare scarpe da running.

In questo caso, l’utente ha già una consapevolezza del prodotto e sta cercando qualcosa di specifico, quindi l’annuncio risponde a una domanda esplicita che l’utente sta ponendo.

Campagne Demand Gen (stimolare interesse inattivo)

Le campagne Demand Gen, al contrario, non aspettano che il pubblico cerchi attivamente un prodotto o servizio. Invece, mirano a stimolare la consapevolezza e l’interesse in modo proattivo, anche se l’utente non è ancora alla ricerca diretta. Esempio:

  • Scenario: un utente scorre la sezione Discover di Google sul proprio smartphone o guarda un video su YouTube senza cercare scarpe da running;
  • Azioni: vede un annuncio visivo o video che mostra un nuovo modello di scarpe da running, magari accompagnato da un messaggio del tipo “Scopri le nuove scarpe da running X, perfette per ogni tipo di corsa”;
  • Intento dell’utente: in questo caso, l’utente potrebbe non aver avuto intenzione immediata di cercare scarpe da running, ma l’annuncio attira la sua attenzione. Se il prodotto lo interessa, può iniziare a informarsi o salvarlo per acquisti futuri.

Questo è il punto chiave: l’utente non aveva intenzione di acquistare o cercare quel prodotto in quel momento, ma l’annuncio ha creato consapevolezza e ha fatto scattare una possibile futura azione (ricerca, interazione con il sito web o iscrizione alla newsletter).

Differenze con Esempi:

  1. Domanda Esplicita (Campagne di Ricerca):

Un utente cerca “miglior smartphone 2024”. L’annuncio di una campagna di ricerca mostrerà immediatamente uno smartphone rilevante basato sulla query dell’utente.

  1. Domanda Implicita (Campagne Demand Gen):

Lo stesso utente, durante la visione di un video su YouTube, vede un annuncio che introduce un nuovo smartphone senza che lui abbia cercato nulla in quel momento. L’annuncio mira a catturare l’interesse dell’utente, stimolando potenzialmente una futura ricerca o acquisto.

Obiettivo delle Campagne Demand Gen

Queste campagne sono ideali per introdurre un prodotto a un pubblico potenzialmente interessato (basato su dati comportamentali o demografici) che non sta attivamente cercando quel prodotto. Per esempio:

  • Se vendi un nuovo tipo di smartwatch, le campagne Demand Gen possono mostrare annunci a persone che guardano video di fitness su YouTube o esplorano articoli su salute e benessere su Google Discover, anche se non stanno cercando attivamente uno smartwatch in quel momento.

In pratica, stai creando una connessione emotiva o di interesse quando l’utente è ricettivo, ma non necessariamente pronto a comprare. È un metodo per costruire la domanda futura e spingere l’utente verso un acquisto successivo, una volta che il prodotto ha catturato la sua attenzione.

Le campagne Demand Gen sono pensate per creare nuove opportunità, mentre le campagne di ricerca rispondono a intenti già espressi. Demand Gen è quindi particolarmente efficace per creare consapevolezza in settori dove le persone non sanno ancora di aver bisogno del tuo prodotto o servizio.

Criticità delle campagne Demand Gen

Le campagne Demand Gen offrono opportunità interessanti per generare domanda e creare consapevolezza del brand, ma presentano anche alcune criticità che gli inserzionisti devono considerare attentamente:

1. Misurazione del ROI

  • Problema: essendo focalizzate sulla parte alta del funnel di marketing, le campagne Demand Gen possono avere difficoltà a mostrare risultati immediati in termini di vendite o conversioni dirette. L’efficacia di queste campagne si basa più sulla generazione di consapevolezza e interesse che sulle conversioni immediate;
  • Conseguenza: misurare il ritorno sull’investimento (ROI) diventa complesso, perché i risultati potrebbero manifestarsi solo a lungo termine. Questo può rendere difficile giustificare l’allocazione del budget rispetto a campagne con un impatto più tangibile e immediato;

2. Minor controllo sui posizionamenti

  • Problema: come per altre campagne automatizzate di Google Ads, con Demand Gen hai meno controllo su dove vengono mostrati i tuoi annunci. Google decide autonomamente quali canali e posizionamenti utilizzare (YouTube, Discover, Display), rendendo difficile ottimizzare i posizionamenti manualmente;
  • Conseguenza: potresti non sapere esattamente dove viene visualizzato il tuo annuncio o su quale canale ha generato più interazioni, il che limita la possibilità di ottimizzare per i canali con le performance migliori.

3. Controllo limitato sui segmenti di audience

  • Problema: anche se Google utilizza segnali di intenti e dati comportamentali per targetizzare il pubblico, il livello di controllo manuale che l’inserzionista ha sugli audience è limitato. Non puoi selezionare in modo preciso determinati segmenti come faresti con altre campagne più mirate (ad esempio, campagne di remarketing);
  • Conseguenza: affidarsi interamente agli algoritmi di Google può comportare una distribuzione inefficace del budget, con annunci che potrebbero raggiungere segmenti di pubblico meno rilevanti per il tuo prodotto o servizio.

4. Creatività e personalizzazione

  • Problema: le campagne Demand Gen fanno largo uso di creatività visive (immagini, video) per stimolare l’interesse. Tuttavia, poiché gli annunci vengono mostrati su diversi canali, creare contenuti efficaci e su misura per ciascuno di essi può essere una sfida.
  • Conseguenza: Se la creatività non è abbastanza accattivante o non è ottimizzata per i vari formati (YouTube, Display, Discover), le campagne potrebbero non raggiungere gli obiettivi prefissati, riducendo l’efficacia dell’intera strategia.

5. Costi di Produzione delle Creatività

  • Problema: le campagne Demand Gen richiedono investimenti significativi in termini di tempo e risorse per la creazione di contenuti visivi di alta qualità (video, immagini accattivanti, caroselli), che devono essere adatti a vari formati e dispositivi;
  • Conseguenza: non tutte le aziende hanno le risorse per produrre contenuti di alta qualità in modo continuo, il che potrebbe influire negativamente sulle performance delle campagne.

6. Conversioni indirette difficili da tracciare

  • Problema: poiché le campagne Demand Gen mirano a stimolare la consapevolezza e l’interesse, spesso le conversioni dirette non avvengono subito. Gli utenti potrebbero interagire con l’annuncio e solo successivamente cercare il prodotto o compiere l’azione desiderata (es. iscriversi a una newsletter o effettuare un acquisto);
  • Conseguenza: tracciare queste conversioni indirette può essere difficile, e il valore delle campagne potrebbe non essere evidente nei report immediati. Ciò potrebbe portare a una sottovalutazione dell’efficacia della campagna, soprattutto nel breve termine.

7. Risultati Inconsistenti tra i Canali

  • Problema: poiché le campagne Demand Gen operano su diversi canali (YouTube, Discover, Display), la performance può variare significativamente tra i canali stessi. Ad esempio, un annuncio potrebbe funzionare bene su YouTube, ma non su Discover o sulla Rete Display;
  • Conseguenza: questa variabilità può rendere difficile l’ottimizzazione complessiva della campagna, in quanto non sempre è chiaro quale canale stia portando il miglior ritorno. La mancanza di rapporti dettagliati rende complicato apportare correzioni efficaci.

8. Dipendenza dall’Automazione

  • Problema: come le campagne Performance Max, anche le Demand Gen si affidano pesantemente all’automazione e agli algoritmi di Google per gestire il targeting, la distribuzione del budget e la scelta dei formati creativi. Ciò può essere limitante per chi desidera un controllo manuale più preciso;
  • Conseguenza: se l’algoritmo non ottimizza correttamente la campagna, o se ci sono errori di targeting, può risultare difficile identificare e correggere il problema in tempo, poiché molte delle decisioni vengono prese automaticamente.

Cosa scegliere tra Performance Max vs Demand Gen

Quando si tratta di scegliere tra Google Performance Max e Demand Gen, è importante considerare i tuoi obiettivi di marketing. Entrambe le campagne si basano sull’AI di Google Ads, ma hanno approcci diversi:

  • Performance Max: è ideale per massimizzare le conversioni, sfruttando il potenziale dell’AI. Distribuire annunci su più canali, ottimizzandoli continuamente per ottenere il massimo rendimento;
  • Demand Gen: è perfetta per chi vuole aumentare la brand awareness e stimolare la domanda per i propri prodotti o servizi, si concentra sull’utilizzo di contenuti visivi per attirare nuovi utenti e costruire interesse.
CaratteristicaPerformance MaxDemand Gen
ObiettivoMassimizzare le conversioniCreare brand awareness e generare interesse
CanaliRicerca, Display, YouTube, Gmail, DiscoverYouTube, Gmail, Discover
CreativitàDinamica e adattabileVisiva e coinvolgente
OttimizzazioneAI per le conversioniAI per il coinvolgimento
Ideale perE-commerce, lead generationCreare domanda, branding

In base agli obiettivi della tua strategia puoi scegliere la campagna che meglio si allinea ai tuoi propositi. Andiamo a vedere meglio quando è opportuno usare una campagna invece che un’altra.

Quando usare Performance Max

Le campagne Google Performance Max sono ideali se il tuo obiettivo è ottenere conversioni immediate. Grazie all’AI, questa campagna distribuisce gli annunci sui canali più performanti in tempo reale, ottimizzando il budget per raggiungere il miglior risultato possibile.

Performance Max è consigliata quando si vogliono aumentare le vendite o i lead e si ha necessità di un approccio automatizzato che gestisca le creatività e il budget in modo ottimale.

Quando usare Demand Gen

Se invece il tuo obiettivo è aumentare la visibilità del brand e generare domanda per nuovi prodotti o servizi, Demand Gen è la soluzione migliore. Le sue capacità visive e il focus sulla brand awareness la rendono ideale per attirare nuovi clienti e costruire relazioni con loro.

Infatti, Demand Gen è la scelta migliore se si sta lanciando un nuovo prodotto, si vuole espandere il proprio pubblico o si desidera coinvolgere gli utenti con contenuti visivi accattivanti.

Conclusione

Le campagne Google Performance Max e Demand Gen rappresentano due delle soluzioni più avanzate offerte da Google Ads per la gestione delle campagne pubblicitarie basate su AI. A seconda dei tuoi obiettivi di marketing, una di queste due campagne può fare la differenza nel raggiungimento del successo pubblicitario.Se hai bisogno di aiuto per scegliere e gestire le tue campagne Google Ads, contatta Neting oggi stesso. Saremo felici di aiutarti a sviluppare una strategia efficace basata sulle più recenti tecnologie di AI.

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