Quando parliamo di strategie SEO si finisce sempre per discutere fra due approcci metodologici: la SEO On-Page e SEO Off-Page. Cosa sono? Qual è il loro raggio d’azione? Sono tecniche esclusive oppure si completano a vicenda?
Entrambe le strategie di Search Engine Optimization mirano allo stesso obiettivo: ottenere più traffico dai motori di ricerca. Come vedremo, una buona strategia SEO non può che prevedere entrambe.
Le due tecniche sono complementari ed interdipendenti. Nel primo caso si tratta di effettuare un lavoro sui contenuti delle pagine web del sito. Nel secondo caso, si tratta di effettuare un’attività di gestione dei link in entrata, incentivando dunque gli inbound link o backlink, anche attraverso i social media, un fattore importante per essere considerati autorevoli dai motori di ricerca.
Strategie SEO On-Page: ottimizza i tuoi contenuti
L’ottimizzazione Seo On-Page di un sito web riguarda i testi, il codice HTML e la struttura del sito. E’ un attività complessa per la sua natura multidisciplinare. Serviranno dunque capacità “umanistiche” come il copywriting e la grafica (capirne di User Experience) così come quelle più “tecniche” come la programmazione (saper trovare gli errori nel codice o alleggerirlo) e l’analisi dei dati.
Quali sono le aree d’azione delle Strategie Seo On Site? Vediamole insieme:
Keyword Research
Consiste nella ricerca delle parole chiave da utilizzare nella scrittura dei testi per un sito web. Tale ricerca consiste nell’individuare i termini più utilizzati dagli utenti, le ricerche più comuni riguardo all’argomento che ci interessa trattare.
Una volta compiuta la ricerca, avremo un elenco di parole chiave contenente anche una stima del volume mensile di ricerca. Il prossimo step? Sarà quello di realizzare dei contenuti ad hoc che vadano a soddisfare un certo intento di ricerca. Ad esempio, se voglio posizionarmi per ricetta carbonara dovrò includere ingredienti, quantità e procedimento spiegato passo per passo, magari supportato da immagini e/o video.
La scelta delle parole chiave è un’attività che viene compiuta a monte- ad inizio progetto- e che incide parecchio sull’esito di tutta l’attività.
Un consiglio pratico. Non lasciarti tentare da keyword troppo ghiotte. Ricorda che la difficoltà di posizionamento in genere è proporzionale al volume di ricerca. Sarà molto difficile posizionarsi per “costumi da bagno” mentre sarà più agile farlo per “costumi fatti a mano”, “costumi artigianali” e così via.
Tag Title
Specifica il titolo di una determinata pagina web e include la keyword principale riferita all’argomento trattato. Il tag title si trova sempre al’interno dell’<head> del codice html e per ottimizzarlo al meglio si devono utilizzare un massimo di 55 caratteri spazi inclusi.
Deve essere chiaro, accattivante ed in grado di accaparrare più clic possibili. Senza esagerare però, scriverne uno troppo sensazionale e scadere nel fenomeno del clickbait. Se prometti tanto nel title ma il tuo contenuto è povero, beh, le visite si tramuteranno subito in rimbalzi. E
Un suggerimento: ricordati che nel mondo della SEO vale il principio della prominenza ovvero una volta scelta la keyword da ottimizzare, cerca di inserirla all’inizio del title. Se ti sembra una forzatura, ricordati che puoi- o meglio- devi differenziare l’H1 dove abbiamo più caratteri a disposizione e usare più la fantasia.
Meta Description
È l’ anteprima del contenuto di una pagina web tra i risultati della SERP. Un piccolo estratto. Viene ritenuta molto utile poiché riesce a dare un’idea, appunto un’anteprima, di come si tratterà l’argomento nella landing page.
Un suggerimento: sebbene Google ha la piena libertà di mostrare ciò che vuole nella description, è sempre bene compilarla. Soprattutto per le pagine più strategiche del sito: home-page, categorie e così via. Cerca di renderla più persuasiva possibile e di inserire anche una call to action.
H1, H2, H3: i marcatori titolo
Tag html che creano una gerarchia tra i contenuti di una pagina web. Sono ancora uno dei fattori chiave che Google utilizza per decifrare ciò che tratta il contenuto della pagina. Si utilizzano per definire titoli e sottotitoli, categorie e sottocategorie. Se usati bene, questi riescono a migliorare il ranking.
Esempio: <h1>Come aumentare le visite di un sito web</h1>.
<h2>Strategie di Ottimizzazione SEO</h2>
<h3>SEO On-Page e SEO Off-Page</h3>
Esperienza su Mobile
È relativa all’ottimizzazione dei siti web in versione mobile, per tablet e smartphone. Diventa importante saper scegliere un template responsive, ovvero visualizzabile correttamente su diversi tipi di schermo. Per questa attività è richiesta una vocazione tecnica, tipica dei SEO che vengono dalla programmazione o dal web design.
Da anni è ormai imprescindibile avere un sito facilmente fruibile da dispositivi mobili. Non è un mistero che Google abbia inserito l’esperienza su mobile fra i principali fattori di ranking. Sapevi che in Italia il 26% della popolazione naviga esclusivamente da mobile? (fonte: comScore)
Due tip: cerca di monitorarla usando tool come Test My Site di Google.
Velocità di caricamento del sito web
“Non c’è più pazienza a questo mondo”. Affermazione drastica che vuole anticipare una verità: l’utente si stanca in fretta. Le pagine web del sito dovrebbero caricarsi sempre molto velocemente per essere facilmente accessibili.
Per controllare questo fattore si può ricorrere a Google PageSpeed Insights. Un fattore di grande importanza è la scelta di un buon hosting, che sia veloce ed affidabile.
Sitemap
Si tratta di una mappa con una struttura ad albero che serve ad orientare lo spider di Google per fargli scansionare le pagine da indicizzare. Occhio alla terminologia, non confondere mai l’indicizzazione con il posizionamento! Tutti i contenuti vengono indicizzati dal crawler ma entreranno in SERP solo quelli considerati pertinenti dall’algoritmo.
È opportuno aggiornare la sitemap ogni volta che viene cambiata la struttura del sito stesso. La Sitemap per gli utenti deve essere necessariamente comunicata ed inviata alla Google Search Console.
Ma proseguiamo…
Breadcrumbs
Le cosiddette “briciole di pane”. Come la sitemap, sono un elemento in grado di far orientare l’utente tra le pagine del sito, informandolo del punto in cui si trova.
Le breadcrumbs sono voci cliccabili, in genere posizionate in alto a sinistra della pagina web:
Internal linking
In parole povere, consiste nel linkare all’interno di un sito internet le pagine e gli articoli fra loro. Questi link hanno la funzione di far navigare l’utente tra le diverse pagine del sito.
Ti stai chiedendo: ‘Se ho già una buona struttura html, sitemap, breadcrumb… Per quale motivo è importante fare internal linking?
Se un utente sta leggendo un tuo articolo, può essergli utile trovare un ulteriore approfondimento sull’argomento.
Dopo aver lavorato con la SEO On Page, e quindi aver ottimizzato internamente, è opportuno considerare tutte le successive operazioni e tutti i fattori essenziali per agevolare la popolarità di un sito migliorarando il posizionamento tramite altri siti web.
Strategie SEO Off-Page: fai parlare la rete di té
L’ottimizzazione SEO Off-Page risponde alle necessità sopra citate poiché rappresenta una pratica in grado di aumentare le visite di un sito lavorando al di fuori di esso e rendendolo popolare utilizzando altri fonti web.
Ricorda, il mondo della SEO funziona un po’ come quello accademico. Per valutare la qualità di una pubblicazione si conta il numero di citazioni che questa ha ricevuto da altre ricerche scientifiche intorno a temi simili o correlati.
Allo stesso modo, un sito web viene giudicato autorevole da Google nella misura in cui viene citato, menzionato o linkato da altri siti. Non tutti i link hanno lo stesso peso: più la tematica fra sito linkante e linkato è simile, maggiore sarà la quantità di link juice (o autorità) trasferita da uno all’altro.
Strategia centrale dell’ottimizzazione Off-Page, la link building (detta anche backlink) è volta a incrementare il numero di link in ingresso verso un sito web. Lo scopo di questa pratica, in sostanza, è quello di incrementare la popolarità del sito in questione e conferirne maggiore autorevolezza.
Se questo traffico arriva da siti autorevoli, o comunque da pagine che hanno rilevanza con gli argomenti trattati sul nostro sito, Google apprezza tale collegamento e tende ad indicizzare sia la fonte che la destinazione, seguendo quindi una linea che predilige sempre la qualità dei contenuti e la naturalezza delle informazioni fornite.
OK. Fino a qui tutto chiaro, ma…
Quali sono le attività di link building che portano risultati soddisfacenti?
Guest Posting: scrivi sui blog degli altri
Oltre ad essere un modo per fare link building, è un ottima possibilità per aumentare la propria rete di contatti e farsi notare da una audience differente rispetto a quella abituale che già legge i nostri blogpost.
Analizza le SERP, cerca siti con argomenti attinenti e complementari ai tuoi e compila una lista di prospetti interessanti da contattare. E’ un attività complessa ed estenuante ma che, senza dubbio, può fruttare dei link di qualità a costo zero.
Hai un e-commerce che vende canne da pesca? Hai visto che esistono una marea di blog sportivi interessanti? Bene, se scrivi un articolo autoreferenziale sui tuoi prodotti stai pur certo che nessuno sarà disposto a pubblicarlo. Intendo a gratis, chiaro?
Usa la fantasia e prova a guardare la questione da più lontano. Cosa potrà interessare ad un blog di pesca? Un articolo sui pesci ovvio! Non ci voleva troppo bisogna ammettere. Ora arriva la parte- per davvero – creativa. Se vogliamo che il nostro guest post venga pubblicato dobbiamo dargli un taglio curioso, scegliere un argomento che susciti l’interesse del lettore.
Da dove partire, se non da Google Suggest? Questo strumento offre degli spunti interessantissimi. Basta inserire una keyword di interesse e un comparativo come “meno” o “più” per scoprire le parole chiave più ricercate.
Abbiamo tantissimi spunti per il nostro guest post, ora diamo in pasto questi termini di ricerca ad un tool per poi scegliere tematica dell’articolo e parole chiave da ottimizzare. Dopo averle passate in rassegna, scegliamo la seguente:
la query “i pesci più strani del mondo” ha un discreto volume di ricerca e modesta competitività. Ora basterà produrre un contenuto approfondito, arricchito di nozioni, immagini, video e proporlo ai prospetti. Inserire ancora e link a questo punto sarà un gioco da ragazzi. Tutto dipende dalla qualità del tuo contenuto e da te.
Proprio da te. Qui ci avventuriamo nel campo delle Digital PR: più sei bravo a comunicare il tuo valore, più facilmente la controparte sarà disposta ad ascoltarti ed a pubblicare il guest post.
E’ un procedimento molto valido ma bisogna fare delle considerazioni. Anche se hai realizzato un ottimo contenuto non è detto che riuscirai a trovare qualcuno disposto a pubblicarlo. Ammesso che esista, non saprai mai in anticipo chi e quando pubblicherà il guest post.
Potrebbero volerci giorni, settimane, mesi ma la tua SEO no. Quella non può aspettare. Se hai bisogno di portare dei risultati nel più breve tempo possibile allora devi cambiare strada e procedere con l’ acquisto di guest post.
Apriamo un dibattito spinoso: comprare dei link fa bene alla SEO? C’è da dire che nelle policy di Google questa pratica non solo viene scoraggiata ma addirittura sanzionata: creare backlink in modo artificiale porta ad una penalizzazione.
Nella realtà i link non si possono- ehm- si devono comprare: basta essere scaltri e agire con buon senso. Come si fa? Scrivendo guest post di valore, che abbiano senso ed utilità per i lettori. Scegliendo siti di destinazione di qualità con alle spalle un progetto editoriale serio. Fino a quando il backlink artificiale è inserito in modo pertinente su un contenuto di qualità puoi dormire sonni tranquilli.
Promuovere sui Social gli articoli
Una volta scritti e pubblicati, è molto importante condividere i propri articoli sui canali social. Si può pensare eventualmente di sponsorizzarli per raggiungere un pubblico ancora più ampio e, soprattutto, targettizzato come riteniamo più idoneo. Il punto è che grazie alla spinta sui social, gli articoli possano finire nelle “mani giuste” generando a loro volta dei link.
Facebook e Linkedin sono ottimi social nei quali condividere blogpost. Se scegliere un social piuttosto di un altro in ogni caso dipende da che argomento stiamo trattando.
Sebbene la diffusione di articoli sui social network non sia un fattore diretto di ranking, questa permette- di solito – di accelerare i tempi tecnici di indicizzazione.
Inserire il sito all’interno di una Directory
Le directory sono una sorta di registro di imprese e/o siti web. Inserire il proprio sito permette di ottenere un backlink, spesso a costo zero.
Si tratta di una strategia che andava molto in voga agli albori della SEO. Attenzione, non è diventata del tutto inutile anzi. E’ un’attività in grado di dare i suoi frutti se ben implementata.
Rivolgiti solo a Directory di qualità, autorevoli, e che siano reali- cioè aggiornate con sistematicità e che eseguano controlli sui siti che richiedono l’iscrizione. Punta su quelle locali o fortemente verticali. Se proprio non sai da dove cominciare, allora puoi dare un’occhiata alla nostra lista di web directory italiane che abbiamo compilato durante anni ed anni di progetti SEO.
Strategie SEO: tiriamo le somme
Fare SEO On-Page e SEO Off-Page significa lavorare per obiettivi e coinvolgere diverse figure professionali tra cui un SEO Specialist e SEO Copywriter che devono gestire diverse attività. Monitorare la qualità e quantità delle parole chiave da adottare nei testi delle pagine web, creare un piano editoriale per i blog ed analizzare l’inevitabile cambiamento dei trend che riguardano le keywords usate dagli utenti on line.
Sia che si tratti di siti web di informazione, sia che si tratti di blog tematici o professionali e, a maggior ragione, che si tratti di e-commerce, marketplace oggi non si può più fare a meno della SEO!
Che tu abbia già un sito web o che voglia aumentare il traffico organico verso quello già esistente, non esitare a contattarci per una consulenza Neting!