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Come strutturare correttamente gli URL del proprio sito in chiave SEO

Luca Mainieri | | Tempo di lettura: 6 minuti
Come strutturare correttamente gli URL del proprio sito in chiave SEO

Uno degli accorgimenti da tenere se si vuole ottimizzare il proprio sito per i motori di ricerca è la composizione degli URL, la sequenza di caratteri che identifica l’indirizzo di una risorsa in rete.
Partendo dall’assunto che la regola madre, come tutto in ambito SEO, è l’usabilità per l’utente, cioè il grado in cui un prodotto può essere usato dagli utenti per raggiungere i propri obiettivi con efficacia, efficienza e soddisfazione, analizziamo gli aspetti fondamentali per l’ottimizzazione della struttura degli URL del proprio sito affinché abbiano una buona resa nei motori di ricerca (URL SEF = Search Engine Friendly).

1. Preferire URL brevi e facilmente ricordabili

Oggi sono moltissimi i servizi che offrono la possibilità di generare URL brevi, come ad esempio https://goo.gl e https://bitly.com questo perché gli URL brevi sono in generale più facili da usare, da comunicare e da ricordare. In generale sono quindi da preferire URL brevi rispetto a quelli lunghi cercando di restare sempre sotto i 100 caratteri. Il fondamento è sempre la maggiore fruibilità che può avere l’utente, anche in relazione ai social media, essendo più facile da analizzare e condividere. In termini generali possiamo dire che quindi gli URL più sono lunghi più:

  • viene diluito il valore delle parole chiavi presenti nell’url stesso;
  • possono influire negativamente sul CTR;
  • possono intervenire errori nelle attività di copia-incolla;
  • possono essere tagliati quando utilizzati in applicazioni o social network;
  • sono difficili da ricordare.

2. Evitare l’utilizzo di URL con maiuscole

Nel caso particolare che si utilizzi un server Linux, l’URL diventa case-sensitive. Quindi in questo caso i due URL seguenti risolvono in modo diverso e possono quindi portare a pagine web completamente diverse:
http://www.sitowebecommerce.ext/paginaweb/
http://www.sitowebecommerce.ext/PaginaWeb/
Tuttavia è chiaro come il secondo caso sia più difficile da gestire e da comunicare (pensiamo ad esempio, comunicando per telefono…).
Inoltre è impensabile che l’utente si debba preoccupare del tipo di server prima di digitare un URL o possa ricevere un 404 solo perché ha sbagliato l’uso di una maiuscola. Fortunatamente tutto questo non succede sui server Windows, dove tutti gli URL sono case-insensitive (ossia non distinguono le lettere maiuscole dalle minuscole negli URL).
Quindi come regola generale è sempre preferibile (ed auspicabile) che gli URL contengano esclusivamente caratteri minuscoli!

3. Inserire le parole chiave nell’URL

Per alcuni è un concetto superato, tuttavia utilizzare le parole chiave per posizionare in maniera ottimale i propri URL nei motori di ricerca è un accorgimento sempre valido, sia per le ragioni su esposte di leggibilità e quindi maggiore fruibilità per l’utente, che per il funzionamento proprio dei motori di ricerca; le parole chiavi presenti negli URL infatti apparendo nei risultati della SERP aumentano la pertinenza della ricerca e quindi è più facile compaiano ai primi posti. È buona regola quindi cercare di avere una buona congruenza tra parole chiave nell’URL, nel title di pagina, nel titolo H1 in pagina e nelle prime righe di testo. Questi accorgimenti permettono sicuramente di fornire ai motori di ricerca un buon segnale sulle parole chiavi più importanti nella pagina web e quindi migliorare il posizionamento del sito.
Inoltre è dimostrato che se un utente vede nei risultati di ricerca evidenziata la parola ricercata all’interno di un URL tende a cliccarci maggiormente.
Come si può notare nell’immagine sottostante infatti, cercando “pizzeria d’asporto modena“, vengono privilegiati nella SERP i siti che contengono più parole in comune con la ricerca:

4. Preferire i sottodomini alle sottocartelle

La diatriba sul fatto se sia meglio usare sottodomini o sottocartelle per l’ottimizzazione di un sito web, che sorge in caso di bisogno di suddivisione dei contenuti di un sito, è abbastanza articolata e varia da caso a caso a seconda delle esigenze. Tuttavia, a livello SEO, è preferibile ricorrere le sottocartelle, soprattutto per una maggiore gestibilità del sito per i webmaster e una maggiore usabilità per i visitatori. Certo, è bene evitare di inserirne troppe, per non generare URL troppo lunghi o di difficile interpretazione per l’utente, che diano percezione di profondità del sito, non consigliabile né per gli utenti né per i motori di ricerca, ma è un metodo che risulta molto utile per poter posizionare all’interno dell’URL le parole chiave che riportino alla determinata pagina.
Inoltre, gli utenti sono ormai abituati alla struttura degli URL che iniziano con www, comunicare quindi URL che hanno una struttura diversa o iniziano con caratteri differenti può ridurre l’efficacia dell’URL stesso.

5. Escludere i parametri dinamici quando è possibile

In informatica una querystring o stringa di ricerca è la parte di un URL che contiene dei dati da passare in input ad un programma. I diversi comandi sono indicati da specifici parametri, che in chiave SEO sarebbe meglio evitare, in quanto un eccessivo numero può risultare di difficile interpretazione per i crawler dei motori di ricerca, ed inoltre, regola sempre valida, gli URL potrebbero risultare di non immediata comprensione per l’utente, nonché inutilmente più lunghi. Ovviamente qualora i benefici dell’utilizzo di alcuni parametri superino gli aspetti negativi su indicati, il problema non si pone.

6. Evitare di inserire le cosiddette stopwords o meglio ‘parole di arresto’

Parole come “e”, “o”, “ma”, “di”, “un”, ecc. sono dette ‘di arresto’ in quanto ‘interrompono’ la prominenza tra le parole chiave di una pagina o di un URL, valore che i motori di ricerca tengono particolarmente in conto per assegnare un valore di rilevanza tra la pagina e i termini cercati dall’utente. Va da sé che, qualora non sia fondamentale per una maggiore comprensione del testo, è meglio evitare di inserire queste parole nella composizione di un URL.

7. Non eccedere coi simboli e coi caratteri di punteggiatura ed evitare gli spazi

Si è a lungo discusso sul fatto che fosse meglio preferire il trattino semplice (“-”), all’underscore (“_”) e che i simboli e i caratteri di punteggiatura fossero da evitare negli URL. Anche se al giorno d’oggi i motori di ricerca hanno fatto dei notevoli passi in avanti nell’indicizzazione e sembra che la differenza tra i due tipi di trattini sia del tutto infinitesimale, io continuo a preferire l’uso del trattino semplice, “-”. Questo garantisce sicuramente una migliore leggibilità dell’URL ed una maggiore facilità di comunicazione (ancora molti non sanno come chiamarli, se trattini bassi, underscore o altro…).
Caso a parte sono gli spazi, che negli URL vengono tradotti con “%20”, risultando quindi meno leggibili, e per questo sarebbe meglio evitarli. In queato caso è assolutamente da evitare l’uso degli spazi.

8. Cercare di mantenere una struttura degli URL logica

L’idea è quella di cercare di costruire URL che parlino anche della struttura dei contenuti e che riescano a comunicare agli utenti (ed anche ai motori di ricerca) un’informazione non solo sul contenuto della pagina, ma anche sulla sua collocazione logica all’interno della struttura del sito web.
In questo caso quindi, se abbiamo un sito di e-commerce e vendiamo smartphone del modello XYZ della marca ABC, la struttura ideale dell’URL, ipotizzando che questo sia presente nella categoria telefonia > smartphone > marca ABC potrebbe essere: http://www.sitowebecommerce.ext/telefonia/smartphone/abc/xyz/
In questo caso la collocazione logica della pagina nella struttura complessiva del sito appare subito chiara, oltre ad essere facilmente interpretabile e memorizzabile. Suggeriamo quindi, laddove possibile, creare una struttura degli URL che rispecchi la struttura logica del sito!
Nell’immagine sottostante si può notare un buon esempio di composizione dell’URL in maniera logica e conforme alla struttura del sito:

Molto più in basso nella SERP troviamo invece ques’altro esempio:

9. Utilizzare precisi riferimenti geografici negli URL

Per quanto riguarda geografia e/o la lingua di un sito, un problema che i motori di ricerca devono affrontare quando eseguono l’indicizzazione, è la classificazione dei contenuti, nonché la SERP in cui inserirli a seconda della lingua. Per questo è bene strutturare gli URL in modo che forniscano informazioni quanto più dettagliate possibili sul Paese di riferimento. La geolocalizzazione è infatti uno dei principali fattori che influenzano positivamente la SEO. Una delle strategie è quella di diversificare le estensioni nomesito.it nomesito.uk nomesito.fr in base alla lingua utilizzata nel sito e quindi al pubblico di riferimento (stesso discorso con sottodomini en.nomesito.com, it.nomesito.com, o sottocartelle nomesito.com/en, nomesito.com/it).

10. Utilizzare le estensioni di file (ad esempio /, .pdf)

Anche questo è un argomento molto dibattuto nel web, soprattutto sull’efficacia SEO di una rappresentazione in chiaro del tipo di file servito. In generale io preferisco sempre mettere l’estensione del tipo di file che viene servito, al fine di semplificare l’interpretazione dell’URL e del tipo di documento che ci si aspetta. Questo è tanto più vero nel caso esistano più versioni di un determinato contenuto (ad esempio, un pagina XML che genera un feed di un particolare contenuto). Da un punto di vista SEO sembra comunque che utilizzare l’estensione non abbia influenza sul posizionamento di un URL.
Su questo argomento si può vedere il video di Matt Cutts, dove egli stesso afferma che è meglio avere le estensioni.

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